IL CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI NEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO
IL CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI NEGLI ANNI VENTI
DEL NOVECENTO ...e di subito parve giorno a giorno essere aggiunto … (Par., I, 61-2) Napoli negli “anni ruggenti” ...Sol, qui terrarum flammis opera omnibus lustras (Aen., IV, 607) All’alba degli anni venti del novecento Napoli presentava ancora un aspetto ottocentesco, verdeggiante, quasi come l’aveva conosciuta Giacomo Leopardi: le carrozzelle erano il mezzo di trasporto principale, quartieri quali Fuorigrotta, Posillipo e Vomero apparivano scarsamente urbanizzati pur in quella che qualche anno addietro, nella “Belle Epoque”, era stata definita l’unica vera metropoli italiana. Eppure, in una relazione inviata al Consiglio Comunale, l’autorevole voce di Giuseppe Moscati 4 si leva contro il piano regolatore del 1919, nel timore di un’alterazione paesaggistica dei luoghi. A breve, nel 1925, l’area cittadina viene raddoppiata (da 5.200 a 11.727 ettari) con l’annessione di piccoli comuni quali Bagnoli, Pianura, Soccavo ad ovest, Chiaiano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno a nord, Barra, Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio ad est. La ripresa dalla crisi economica seguita alla prima guerra mondiale passa attraverso il compimento di importanti opere pubbliche: nel ‘25 sono completate la Galleria “Laziale” e la linea di trasporto su binari Bagnoli-Gianturco, la prima “Metropolitana” d’Italia; l’anno dopo viene inaugurata l’arteria stradale di Via Petrarca, nel ‘28 aprono la funicolare Centrale ed il tratto dell’autostrada Napoli-Salerno che arriva a Pompei. Nascono i primi stadi per la pratica sportiva: due impianti polifunzionali, uno costruito nel ’23 all’Arenaccia ed in seguito denominato “Albricci”, di proprietà militare (ora del Ministero della Difesa); il secondo, eretto cinque anni dopo al Vomero, viene intitolato al giornalista Arturo Collana. Per abitanti, turisti, letterati il lungomare con Castel dell’Ovo e Santa Lucia, Mergellina, Marechiaro, illuminati dal sole, erano la cartolina di una città che emanava lo stesso fascino del periodo del Grand Tour, ricca com’era di storia, arte e bellezze naturali. Nel febbraio del ’28 venne addirittura istituito un servizio di idrovolanti per gite nel golfo. L’incantesimo napoletano si riassumeva nelle “Festa del mare” che si svolgeva a giugno tra Palazzo Donn’Anna e il porto: un tripudio di colori con vele, scafi, imbarcazioni a remo, gare e kermesse di ogni tipo. La vecchia sede ...Poca favilla gran fiamma seconda (Par., I, 34) Scendendo i gradini che dal lungomare portavano alla banchina chiamata Santa Lucia Nuova, di fronte a Castel Dell’Ovo, si trovavano già allora i tipici ristoranti “Zì Teresa” e “A’ Bersagliera” che ne caratterizzano ancor oggi la veduta, nei quali avventori di ogni dove gustavano i tipici spaghetti ai frutti di mare; poco distante, sullo stesso lato, spiccavano il Reale Yacht Club Canottieri Savoia ed il Circolo del Remo e della Vela Italia; ma, da qualche stagione, invece di svoltare subito a sinistra come si era soliti veder fare, atleti prestanti, ragazzi, galantuomini in colletto duro e dame eleganti iniziavano a dirigersi sulla destra della scala, verso un complesso formato da 3 locali con una veranda ed un pontone proteso sul mare. Sulla sommità sventolava una bandiera giallorossa a togliere ogni dubbio: era la sede della Canottieri Napoli, la nuova realtà sportiva della città. Il sodalizio si era qui trasferito dopo aver presto abbandonato un piccolo locale datole in prestito dal Circolo Nautico al Borgo Marinari, appena sufficiente a ricoverare le poche imbarcazioni con le quali aveva iniziato l’avventura. A Santa Lucia, invece, poteva disporre di una vasta sala per gli armi, uno spogliatoio, ed uno stanzone centrale che venne diviso da un tramezzo: si ricavarono in tal modo una saletta da biliardo ed un salone, nel quale collocare poltrone, tavoli, la pedana per l’orchestra ed una vetrinetta per raccogliere i trofei che iniziavano ad accumularsi. Si aggiunse quindi una veranda esterna in legno, abbellita di piante e variopinte sedie a sdraio. Durante la grande guerra, partiti i soci per il fronte, Piero Castellino aveva preservato questa sede accollandosi ogni spesa per evitare chiusura e trasloco e permettere alla Canottieri di avere la sua casa; nel ’50 sarà nominato “Socio benemerito”. Legati alla sede che le future generazioni chiameranno antica 5, personaggi la cui immagine svapora nel tempo; restano nomi, a volte solo pseudonimi: se al Borgo marinari “Mastro Daniele” provvedeva alla carpenteria, a Santa Lucia “’o naso ‘e cane” fittava barche sotto il pontone. Domenico Desideri, per tutti semplicemente “Mimì”, dipendente factotum, amico di soci ed atleti, preparava il suo magico “beverone”. Con lui, “Rafele o’ sciato”, al secolo Raffaele D’Esposito: custode delle vele, indovino di venti, suggeritore di rotte, elargiva la sapienza della marineria sorrentina; un retaggio che proseguirà al Circolo grazie al figlio Michele ed al nipote che ne portava il nome, competente e signorile come gli avi. * * * * * * * * * * * * * * * Accanto alle attività sportive, presso la vecchia sede fiorisce anche un’intensa vita sociale, con affollati ricevimenti, cene di gala, spettacoli, eventi culturali come le letture di poesie interpretate dall’incantevole voce di Maria Melato; non mancano naturalmente teatro e musica napoletani mercé l’attore Agostino Salvietti ed un giovanissimo Roberto Murolo. La magistrale penna di Matilde Serao dà lustro ad una delle prime feste del Circolo, di cui descrive l’atmosfera ed il dolce giallo e rosso ideato per l’occasione dal Cav. Caiazzo del Caffè Italia utilizzando limone e ribes. Il carnevale del ’27 è ravvivato da un ballo mascherato a tema, “la festa dell’Inferno”, che trasforma i locali del C.C.N. in un’autentica … bolgia; verrà ricordato per anni. Irresistibile polo di attrazione era il biliardo con l’annuale torneo in cui eccellevano Ettore Fraia e Guido Anselmi; Salvatore Menichini, Livinio Gioffredi, Francesco Picone i loro rivali più aspri. Le cronache dell’epoca iniziano a raccontare delle solenni cerimonie che accompagnano il varo delle nuove imbarcazioni; ad una di queste, nel ’26, viene invitato il Principe di Piemonte Umberto di Savoia: il futuro Re Umberto II, mestamente ricordato da alcuni storici come “Il Re di maggio”, accetta di diventare Presidente Onorario della Canottieri, che si fregia del titolo di Circolo “Reale” 6. Una fucina di sport e di vita ...Effusa flamma primo velut sparsa pluribus locis reluxit (Livio) Dal punto di vista agonistico, gli “anni ruggenti” erano partiti nel migliore dei modi per il C.C.N. con le vittorie nella Coppa Lysistrata del 1920 e 1922 (doppietta); poco dopo la Canottieri diviene leader indiscussa del canottaggio napoletano e riferimento di tutto il sud Italia. Già nel ’23 l’otto giallorosso aveva dominato i Campionati Meridionali: protagonisti dell’occasione erano stati Castellino, E. Bruschini, Knight, Molea, De Luca, Vidgorek, Moffa, Bowinkel, timoniere Caristo. Il 26 e 27 luglio dell’anno seguente si disputano a Napoli i Campionati Centro-Meridionali del Remo, che trovano diversi potentati locali in grave difficoltà: Il Mattino introduce l’evento con un sottotitolo ad effetto: “I difensori del Remo partenopeo”. Si spiega che, col Savoia, è rimasto il C.C.N. “a difendere il buon nome del canottaggio napoletano … Il Club di Anatra non si smentisce. Sorto come superba ed attiva fucina di sempre nuovi, più saldi atleti del remo, continua nella via segnata con la perseveranza dei forti”. Ed invero il Napoli è presente in tutte le regate, imponendosi nell’otto e quattro yole, nel quattro fuoriscalmo in cui supera l’Aniene 1. Il ‘quattro con’ si aggiudica poi la Coppa Preolimpionica, mentre nel giugno ’25 alle regate nazionali di Palermo primeggiano ancora ‘quattro con’ e quattro yole. L’annata si chiude con il successo ai seguitissimi Campionati universitari dell’otto yole su cui ci sono Mancini, E. Bruschini, Vetere, Lucca, T. Folinea, Iannaccaro, Vidgorek, Terra, timoniere Enzo Amato. 1 L’equipaggio del quattro jole prevedeva De Gregori, Costabile, Vidgorek, Carano, timoniere Roberto Gaetani, che guidava anche il quattro outrigger di Vetere, Del Prato, Amodio, Mancini. Alla Coppa Preolimpionica il ‘quattro con’ è formato da Vetere, Mancini, Amodio, Iannaccaro timoniere Amato; partecipa con onore anche il ‘due con’ di Ruggero Cozzani e Modestino D’Errico. A Palermo il ‘quattro con’ schiera Amodio, Del Prato, De Gregori, Vetere; il ‘quattro jole’ conta su Gioffredi, Santacroce, Persico, Bruschini, timoniere Gaetani. A queste affermazioni si somma la triplice affermazione consecutiva nelle edizioni della Lysistrata dal ‘27 al ‘29, tenute sul nuovo percorso con traguardo all’inizio di Posillipo, a Villa Chierchia, in omaggio alla creazione, nel ‘25, di una nuova società: il Circolo Nautico Giovinezza, che, finita la guerra, cambierà il nome in Circolo Nautico Posillipo. Proprio contro il Giovinezza i giallorossi conseguono, il 3 maggio del ’27, una delle vittorie più contrastate della storia della competizione: il serrate, che sarà a lungo ricordato dagli appassionati napoletani, premia il nostro equipaggio, i “Trevignazzi” 2. Nel ‘28, a maggio, Mario Menghi si impone in due regate preolimpioniche in singolo. 2 Questi gli armi vincitori: 1927:Foliea, Testa, Iaccarino, Laurini, Orsi, Rotondo, Ferraro, Abbate, tim. Amato. 1928: Laurini, Rotomdo, Cesi, Antonelli, Piccolo, Alò, Maglione, Abbate, tim. Amato 1929: Laurini, Iaccarino, Guida, Di Pasquale, Cesi, Antonelli, De Ciuceis, Clemente, tim. Amato Un’altra memorabile tappa cade nel 1926: dopo aver vinto le regate nazionali di Roma ed Ancona, a Pallanza Domenico Carunchio si aggiudica il titolo Italiano Junior di singolo, diventando il primo campione d’Italia individuale giallorosso. Nello stesso anno un equipaggio formato da atleti della Canottieri e del Giovinezza voga in otto jole da Napoli a Roma, fino all’Aniene, ed il 25 settembre è ricevuto dal Capo del Governo, On. Benito Mussolini. Tra i nostri figurano Pietro De Gregori e Nino Postiglione. Ma la Canottieri è un fermento di multiformi iniziative: si tenta di diffondere i valori decoubertiani, di perseguire l’ideale della formazione dei giovani attraverso lo sport. La promozione delle attività agonistiche deflagra in ogni direzione. ...misi me per l’alto mare aperto / sol con un legno … (Inf., XXVI,100-1) Subito dopo la guerra era partita la Vela, in origine una Sezione distaccata con quota di iscrizione a parte. Aveva un suo giornalino, il “Bollettino mensile del Club Canottieri Napoli”, redatto da Giulio Gaito e Piero Castellino, primo esempio in città di ‘house organ’. I prodromi dell’attività velica si ascrivono alla munificenza di Emilio Anatra, che aveva portato in dote il famoso “Caprice”. All’inizio degli anni ‘20 risultano registrate presso la Canottieri quattro imbarcazioni sociali: il “Surpise”, donato da Anatra, i monotipi “Brise” e “Delice” nonché il “Nada”, cutter del 1903 acquistato dai soci dopo la grande guerra; nove invece le barche private di soci, tra cui quattro “sei metri s.i.”, tre monotipi ed un cutter a deriva. L’esordio per la vela giallorossa si ha nel 1919 con Piero Castellino e Matteo Giovinetti in una gara per imbarcazioni classe Monotipo; il primo successo è la conquista nel 1923 della Coppa delle Quattro Stagioni, serie di regate combinate sempre per Monotipi: le due finali (estiva, autunnale) del 17 luglio e del 25 settembre a S. Lucia portano in vetta l’equipaggio formato da Piero Castellino (timoniere) e Maurizio Salzano (prodiere). ...Äριστον μÎν űδωρ (Pindaro, I Olimpica) Dal 1922 il nostro Circolo si dota di una brillante Sezione Nuoto, sorta per impulso di due dirigenti, Archimede De Gregori e Mario Costa, e dell’atleta Lucio Vittozzi. Per comprendere lo spirito dei nostri primi nuotatori e il loro afflato, è necess6 ario fare un passo indietro, di circa un secolo. Nel 1828 studenti di Eton avevano fondato la prima squadra di nuoto, che si ispirava ad ideali classici, come attesta il loro motto, tratto dall’incipit della I Olimpica di Pindaro: Äριστον μÎν űδωρ (“l’acqua è invero il più nobile degli elementi”); la tradizione inglese, che tanto influenzerà i primi appassionati, associava nuoto e lettere classiche, cultura e amicizia in una visione romantica e romanzesca della vita: poeti e scrittori quali Lord Byron, Shelley, Coleridge, Kingsley, Swinburne (e come loro Goethe) esaltarono, nei fatti e nelle opere, il nuoto ed il rapporto dell’uomo con l’acqua. Alle suggestioni ottocentesche attinsero i nuotatori napoletani per raccordare l’origine greca della città con l’istintivo, atavico amore per il mare. I pionieri giallorossi della disciplina furono Guido Alberti, Enzo Amato, Riccardo Folinea, Giulio Gentile, Giuliano Giuliani, Maurizio Improta, Roberto Martinelli, Salvatore Menichini, Lucio Vittozzi. Adottarono il motto della I Olimpica, forse per suggerimento dello scrittore Robert Byron, etoniano allora di passaggio per Napoli. All’epoca le gare si svolgevano a mare ed erano prevalentemente certami di fondo. Le barche accompagnavano i (pochi) concorrenti al largo e li scortavano fino a riva; poi furono definiti percorsi in linea più precisi, come il giro di Castel Dell’Ovo o l’attraversamento del Golfo. Leggendari alcuni successi dei giallorossi: nel ‘23 Folinea, allievo della Nunziatella, si impose nella Traversata del Golfo organizzata dalla Rari Nantes Partenope, nel ‘28 Vittozzi nella 25 km Portici-Lucrino. Prove di dimensione omerica, in cui i protagonisti avevano in mente l’epos di Byron all’Ellesponto o del Capitano Matthew Webb, che nel 1875 per primo aveva attraversato a nuoto il Canale della Manica. Nel nostro Paese il 14 agosto 1898, ad Anguillara sul Lago di Bracciano, si era disputato il primo Campionato Nazionale; la Federazione Italiana Rari Nantes era nata esattamente un anno dopo, ed aveva promulgato il suo Statuto a Roma il 23 maggio 1900. Nella nostra città il 19 luglio 1914 si svolse la “Grande Popolare Napoletana di Nuoto 6 e 22”, indetta e patrocinata da “Il Mattino” ed organizzata dalla Rari Nantes Partenope col motto “Motus in fine velocior”. Fu la prima grande manifestazione di nuoto del Mezzogiorno e, per partecipanti (oltre 200), la più importante d’Italia. Ebbe un’eco vastissima, come possiamo arguire leggendo anche “Il Mattino” del 20/21 luglio, sotto il titolo “L’apoteosi del nuoto”: “E’ stata giornata trionfale, quella di ieri, per lo sport natatorio partenopeo … Una simile forte e numerosa falange di appassionati cultori del salutare sport marinaro non si era mai ammirata nelle acque glauche del nostro delizioso e bel golfo: alcuna manifestazione natatoria partenopea aveva fino a ieri sollevato quell’entusiasmo ben comprensibile nell’animo giovanile dei tanti partecipanti … Il 19 luglio rimarrà ben scritto a caratteri d’oro nel libro che elenca le vittorie della gioventù napoletana … Una folla immensa ha assistito sia dalla magnifica terrazza del Bagno Savoia sia dalla Via S. Lucia allo svolgimento delle eliminatorie … Bello l’agone acquatico, cinto di barche multicolori e di bandiere”. Ad avallare la risonanza dell’evento, la notazione che i concorrenti passavano “innanzi ad una macchina di cinematografo” 7. Eppure, la prima vera piscina per il nuoto in Italia venne approntata alla Farnesina a Roma per i Campionati Nazionali del ‘23, ed era scoperta. Le distanze olimpiche si combattevano ancora in mare. Nel porticciolo di Santa Lucia venne allestito il campo di gara napoletano, delimitato dai pontoni del Savoia e della Canottieri staccati di 100 metri e chiuso sui lati lunghi da due corde di sughero. Negli anni ’20 la supremazia cittadina era un affare a due tra il nostro Enzo Amato 8 e Vincenzo De Luca della Rari Nantes; al tocco sui 100 stile il cronometro segnava 1’16 circa. Una vivida descrizione della disfida la fornisce Ninò Bruschini: “Si viveva per quel breve episodio … un minuto di spasimo che portava tutti gli spettatori che stavano sul pontone galleggiante a spingersi in avanti, verso i bordi interni mentre il pontone s’inclinava e l’acqua saliva a bagnare i piedi. Il tardivo salto indietro non rimediava a nulla, ma il calore dell’entusiasmo impediva persino di sentire il freddo e l’umido” 9. In campo femminile brillavano Lillia Menghi e Mimma Calabrese: quest’ultima diede al Circolo la prima affermazione in campo nazionale, aggiudicandosi i 100 stile nella selezione preolimpionca del 1928. ...Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire (Inf., IV, 86-7) Nel ‘24 a Parigi si svolgono i Giochi della VIII Olimpiade, gli ultimi tenuti sotto la Presidenza di Pierre de Fredy, Barone di Coubertin; li renderà immortali, assieme alle gesta di Johann Weissmuller, il Film “Momenti di gloria” di Hugh Hudson, premiato con l’Oscar nel 1981, che celebra i successi nell’atletica dei britannici Harold Abrahams ed Eric Liddell. Per Napoli e la Canottieri è l’Olimpiade di Renato Anselmi: Ingegnere, Generale di Divisione, assieme al fratello Diego aveva dato vita, nella sede di Santa Lucia, ad una piccola sezione scherma che, seppur di breve durata, fu frequentata da altri eccelsi nomi dell’arte della spada come Gazzarini e Ciro Verratti. In virtù delle sue tradizioni schermistiche, alla città di Napoli era stata affidata nel 1861 l’Accademia Nazionale di Scherma, Ente Morale unico in Italia, che in Europa trova un parallelo solo a Parigi. Anselmi riassumeva tutte le caratteristiche della ‘bella scola’ partenopea: tecnica, eleganza, risolutezza; si muoveva in pedana “con l’ardore combattivo che pare gli sia stato comunicato dai caldi bollori del Vesuvio” 10. Dalla Francia torna con la medaglia d’oro nella sciabola a squadre. * * * * * * * * * * * * * * * Ambiente sportivo a 360 gradi, la Canottieri non dimentica una delle sue originarie matrici, quella calcistica. Nel ‘23 e nel ‘27 si organizzano tornei di calcio tra circoli cittadini, che i giallorossi vincono regolarmente, la prima volta superando 2-1 l’Italia, la seconda battendo 3-2 nell’incontro decisivo il Circolo del Remo in cui milita addirittura Attila Sallustro 3. Mattatore delle partite l’ala destra Ernesto Bruschini, per gli amici “Ninò”, che giocava con le lenti poggiate sul naso, senza stanghe; medico, giornalista, aveva fondato con Emilio Anatra e l’inglese William Poths (impiegato nella sede locale dell’agenzia marittima Cunard Line) il Naples Football & Cricket Club, squadra in cui si distinsero Felice Scandone e Mario Argento. Proprio dalle ceneri di quella società, il primo agosto 1926 nasce l’Associazione Calcio Napoli; Presidente Giorgio Ascarelli, anch’egli tra i fondatori della Canottieri. 3 Queste le formazioni, Nel ’23: Mario Cavalli, Francesco Picone, Giuseppe Picone, Mario Guidotti, Gaetano Del Pezzo, Livinio Gioffredi, Ninò Bruschini, Carlo Bruschini, Enzo Esposito, Pino Ghisi, Modestino D’Errico. Nel ’27: Striano, Francesco Picone, Giuseppe Picone,, Improta, Livinio Gioffredi, Bianciulli, Ninò Bruschini, Pollio, Pietro De Gregori, Modestino D’Errico, Chiariello. La vita sociale: da Emilio Anatra a Natale Schiassi ...Templa deis aquae construite (attribuita a Cesare Augusto) Sul calare del 1925, Emilio Anatra, l’Ingegnere, yachtman e pianista, armatore e mecenate, artefice della fondazione della Canottieri, entusiasta Primo Presidente del sodalizio cui aveva donato ogni suo bene, decide di passare la mano dopo 12 anni di reggenza; l’Assemblea del 1926, plaudente, lo acclama “Presidente benemerito” nella generale commozione. Ne raccoglie la fiaccola degli ideali e della passione Natale Schiassi, Avvocato e poi Deputato, che ricoprirà la carica di Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera con Ciano e Grandi. A breve gli si pone un quesito: la sede di Santa Lucia inizia a mostrarsi insufficiente di fronte al crescente numero di soci, al prepotente sviluppo delle attività agonistiche, al prestigio acquisito. Bisogna cercare una nuova soluzione e si pensa all’amena area demaniale del Molosiglio, da poco collegata al nuovo centro di Napoli dalla Galleria della Vittoria; qui, nella rada naturale tra il mare e i giardinetti, si individua lo spazio idoneo per costruire un edificio a due piani. Con Provvedimento del 16 gennaio 1929 il Comune opera la cessione “… dell’area al Molosiglio occorrente per la costruzione della sede della Pro Canottieri Napoli”. Nel ’35 concederà poi al C.C.N. “un’area di mq 1.320 al Molosiglio da utilizzare per l’impianto di un campo di tennis” 11. In effetti, l’Avv. Francesco Picone, nel suo scritto “In Memoria di Natale Schiassi”, ricorda: “Si formò una società «pro Canottieri Napoli» con emissione di azioni di lire cinquecento, acquistate con sacrificio anche dai più giovani, ottenendosi un capitale liquido che permise la costruzione del rustico – da potersi in seguito ampliare sui due lati, come avvenuto” 12. Ricevuto dunque l’assenso per la concessione dell’area dal Comune di Napoli e, quindi, dal Ministero della Marina, alcuni soci (gli Ingegneri Gaetano Del Pezzo e Gaetano Marcolini, l’Avv. Matteo Giovinetti) si fanno carico, a titolo grazioso, di progettazione e direzione di lavori “improntati ed attuati in perfetta economia” 12. Assieme a loro, va menzionato il contributo di Spartaco Cesi, “tesoriere impareggiabile”. Per le ulteriori spese, necessarie per la finitura della sede, si ottiene dal Banco di Napoli un finanziamento, garantito da fideiussioni personali di Natale Schiassi, Archimede De Gregori, Gaetano Del Pezzo e Piero Castellino. L’ultima parte del debito residuo verrà alla fine annullato dall’Istituto di Credito su proposta del Direttore Generale Giuseppe Frignani, che diventerà nostro socio onorario. Il 4 novembre 1929 Pietro De Gregori vince in singolo la regata internazionale di Catania: il Gran Pavese viene issato sui locali di Santa Lucia e subito dopo su quelli del Molosiglio, ormai terminati. E’ tutto pronto. Per la Canottieri Napoli sta per iniziare una nuova epoca. NOTE 4 San Giuseppe Moscati (1880-1927), Medico, Professore, dedicò la sua splendida vita alla cura ed all’assistenza dei bisognosi, recando ovunque amore, conforto e scienza. “Il Medico Santo” venne canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 15 ottobre 1987, ma da decenni i fedeli si fermavano a pregare davanti al suo sepolcro nella chiesa del Gesù Nuovo, dove nel 1930 erano stati traslati i suoi resti mortali. La sua relazione è riportata alle pagg. 161-2 nel libro “Medici napoletani. 27 secoli di storia. 100 anni di Ordine. Il mito, la storia, i luoghi, i protagonisti.” (AA.VV. a cura dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e Provincia, Napoli 2012); il volume riporta il testo pubblicato su Il Mattino del 24 ottobre 1987. Il titolo “… E Napoli bella muore” è tratto da un brano dello scritto. 5 Secondo una ricostruzione pubblicata sul libro dei 100 anni del Circolo Savoia, i “grandi locali” della vecchia sede della Canottieri andarono poi al Circolo biancoazzurro e sono “oggi adibiti dal Savoia a scuola vela e scuola canottaggio” (pag. 17). 6 Al pari del Circolo Savoia, l’epiteto “Reale” venne espunto dalla ragione sociale agli esiti del referendum istituzionale del giugno 1946. 7 Per la cronaca ricordiamo che la riunione dei partecipanti era fissata a Santa Lucia presso lo stabilimento balneare “Savoia”, posto su palafitte, uno dei molti che caratterizzavano allora il litorale di Napoli. La gara fu vinta Augusto Laganà della R.N. Partenope. 8 Il povero Enzo Amato morirà a soli 25 anni nel luglio 1934. E’ considerato tra i pionieri del nuoto napoletano, che aveva iniziato alla Rari Nantes. Era stato anche timoniere nel canottaggio e tra i primi rugbysti della nostra città. In suo onore, si disputò per qualche tempo la “Coppa Enzo Amato”, valevole quale prova di selezione dei nuotatori campani in vista dei Campionati Italiani. In seguito, nel ’38, venne messa in palio una omonima Coppa nel canottaggio all’otto yole vincitore della Coppa Mussolini. 9 Dal libro “50 anni di vita del Circolo canottieri Napoli”.a cura di Piero De Gregori e Ninò Bruschini, Napoli, 1964. 10 Così sul “Mezzogiorno Sportivo” del primo luglio 1932, articolo di Mario Spinetti. Anselmi parteciperà anche alle Olimpiadi di Amsterdam ’28 e Los Angeles ’32, guadagnando, in entrambe le occasioni, l’argento a squadre, ma era ormai uscito dall’orbita del C.C.N. Verrà insignito della Commenda della Corona d’Italia, della Commenda con spade della SMOM, del Cavalierato dell’ordine equestre dei SS. Maurizio e Lazzaro. Ai Giochi del ’32, Commissario Unico della Nazionale di Scherma era il Grande Ufficiale Nedo Nadi, il più illustre schermidore di sempre. 11 Così riportato in Italo Ferraro, “Napoli. Atlante della città storica. Pizzofalcone e le Mortelle” (Ed. Oikos, Napoli, 2010), pag. 133; l’autore cita B. Petrella,“Napoli. Le fonti di un secolo di urbanistica” (Napoli, 1990, pag. 442). 12 Riportato nel nostro libro del 1979. Più avanti si dice che “Infine le azioni, rimborsabili per sorteggio e non produttive di utili, si caducarono e svanirono quasi per magia di spirito di corpo e rappresentarono soltanto un ricordo di sottoscrizione volontaria e gratuita”. A cura di Gian Nicola de Simone |
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