Dal sito Canottaggio.org
Con questa prima intervista inizia il percorso che ci porterà a parlare delle Paralimpiadi e dei protagonisti azzurri che, dal 30 agosto, sono a Rio de Janeiro, sulle acque del Lagoa Rodrigo de Freitas, ad allenarsi in attesa per il "Go" che arriverà puntale il prossimo 9 settembre. La prima ad essere intervistata è Eleonora De Paolis (Circolo Canottieri Napoli) la quale ha iniziato a remare solo due anni e mezzo or sono e, in questo breve periodo, non solo è riuscita a vestire la maglia azzurra, ma si è anche fatta valere nelle competizioni internazionali cui ha partecipato. Ad Aiguebelette, lo scorso anno, ha centrato subito la qualificazione per le Paralimpiadi di Rio, un risultato importante, concretizzato grazie ad un duro lavoro portato avanti con grande impegno: "Quello che ho intrapreso è un percorso in continua evoluzione, spiega Eleonora, all'inizio, assieme allo staff tecnico, ho dovuto lavorare per cercare di comprendere quali fossero le mie caratteristiche e come esprimerle al meglio.
Ancora oggi ci stiamo adoperando per cercare di migliorare la resa. Lo staff in questo senso si è anche avvalso di figure specializzate che, attraverso ricerche di tipo ingegneristico, si occupano di ottimizzare il lavoro in barca. Ad esempio abbiamo cambiato lo schienale, personalizzato i cuscini e rifinito diversi dettagli. L'evoluzione sicuramente c'è stata e continua ad esserci sotto ogni punto di vista. Anche psicologicamente penso di essere cresciuta tanto, soprattutto per quello che riguarda la resistenza al lavoro, perché non ero per niente predisposta a questi carichi". Lo scorso anno, come dicevamo, Eleonora ha raggiunto il primo obiettivo quadriennale, ossia la possibilità di partecipare alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro: "Conquistare l'accesso a Rio è stata davvero una grande emozione. Ricordo che solo durante il viaggio di ritorno da Aiguebelette, dopo aver scaricato l'adrenalina e mentre ricevevo tutti i messaggi di complimenti, ho realizzato pienamente di aver centrato l'obiettivo per cui tanto avevo lavorato".
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